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non siate ubbidienti. Oim�, signore,
chi sa, che avverr� mai!
turandot Miei fidi tosto
ne sotterranei del serraglio occulti
costor sien chiusi.
timur Turandot, adopra
quanto vuoi contro a me, ma  l figlio mio
sia salvo per piet�.
barach Piet� in costei!
Tradito �  l figlio; e noi perpetua notte
chiusi terr�, che  l tradimento celi.
Trema del ciel, crudele, della tua
alma ingrata, selvaggia, abbominevole.
Tieni per fermo, il ciel ti de punire.
(Timur e Barach vengono condotti via dagli eunuchi)
scena terza
Turandot.
Che far� Adelma? Oh, se mai giungo al fine
di quest impresa, chi aver� pi� fama
di Turandotte? Chi sar� lo stolto,
che pi� s arrischi a vincer la sua mente?
Quanto godr� nel rinfacciargli i nomi
nel divan fra i dottori, e di scacciarlo
svergognato, e deluso! (sospesa) E pur mi sembra
che n avrei dispiacer... Parmi gi� afflitto
di vederlo, e piangente, e, non so come,
mi tormenta il pensarlo... Ah, Turandotte...
animo vil, che pensi! Che ragioni!
Ebb egli dispiacer l� nel divano
a scior gli enigmi, e a far, che tu arrossissi?
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
Cielo, soccorri Adelma, e fa, ch io possa
svergognarlo, scacciarlo, e rimanere
nella mia libert�; che sprezzar possa,
sciolta da un nodo vile, un sesso iniquo,
che sommesse ci vuol, frali, ed inette.
scena quarta
Altoum, Pantalone, Tartaglia, guardie e Turandotte.
altoum (da s� pensoso)
(Il sultan, di Carizmo usurpatore,
cos� dovea finir. Dovea Calaf,
figlio a Timur, qui giugnere, e per strane
vicende esser felice. Oh giusto cielo,
chi di tua providenza i gravi arcani
pu� penetrar? Chi pu� non rispettarli?)
pantalone (basso a Tartaglia) Cossa diavolo ga l im-
perator, che el va barbottando?
tartaglia (basso) Egli ha avuto un messo secreto:
qualche diavolo c �
altoum
Figlia, il giorno s appressa, e tu vaneggi
pel serraglio svegliata, che vorresti
l impossibil saper. Io, nol cercando,
so quanto brami, e tu, che in traccia vai,
vanamente lo cerchi. (trae un foglio) In questo foglio
scritti sono i due nomi, e gli evidenti
segni delle persone. Un messo or ora
secretamente da region lontane
a me sen venne; favellommi; e dopo
da me chiuso, e in gelosa guardia posto,
sino che passi il nuovo giorno; in questo
foglio mi diede i nomi, ed altre molte
liete, e gravi notizie. � re l ignoto.
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
� figliuolo di re. Non � possibile
che tu sappia, chi sieno: � troppo, o figlia,
rimoto il nome lor. Per� qui venni,
perch� mi fai piet�. L� nel divano,
in mezzo al popol tutto, qual piacere
hai la seconda volta volontaria
a farti dileggiar? Ululi, e fischi
della vil plebe avrai, troppo giuliva
ch una superba, odiata, ed abborrita
per la sua crudelt�, punita sia.
Mal si tenta frenar l impeto intero
d un popol furioso.
(fa cenno con sussiego a Pantalone, a Tartaglia, e alle
guardie, che portano. Tutti con prestezza, fatto il solito
inchino colla fronte a terra, partono. Altoum segue)
Io posso, o figlia,
riparare al tuo onor.
turandot (alquanto confusa)
Che onor! Quai detti!
Padre, grazie vi rendo. Io non mi curo
d aiuti, o di ripari. Da me stessa
ripararmi sapr� l� nel divano.
altoum
Ah no. Credimi, figlia, � gi� impossibile
quanto speri saper. Veggo in quegli occhi
nella faccia confusa, che folleggi,
che disperata sei. Io son tuo padre;
t amo e tu  l sai; siam soli. Dimmi, figlia,
se tu sai que due nomi.
turandot Nel divano
si sapr�, s io gli so.
altoum No, Turandot.
Tu non gli puoi saper. Vedi, s io t amo.
Se li sai, mel palesa. Io ti dimando
questo per grazia. A quel meschin fo intendere,
ch egli � scoperto, e fuor ida stati miei
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
libero il lascio uscire. Spargo fama,
che tu l hai vinto, e che fu tua pietade,
che a un pubblico rossor non s esponesse.
Fuggi cos� l odiosit� de sudditi,
che abborron tua fierezza, e me consoli.
Ad un tenero padre, che s� poco
chiede a un unica figlia, il negherai?
turandot
So i nomi... Non li so... S ei nel divano
della vergogna mia non s � curato,
giustizia �, ch egli soffra infra i dottori,
quanto soffersi anch io. Se sapr� i nomi,
nel divan fien palesi.
altoum (con atto a parte d impazienza, indi sforzandosi
alla dolcezza)
Ei fe arrossirti
per amor, c ha per te, per la sua vita.
Ira, furor, puntiglio, Turandot,
lascia per poco. Io vo , che tu conosca,
quanto t ama tuo padre. Questo capo
scommetto, o figlia, che non sai que nomi.
Io gli so: scritti sono in questo foglio,
e te li voglio dir. Vo , che s aduni
il divan, fatto il giorno, che apparisca
in pubblico l ignoto, e ch egli soffra
che tu lo vinca; che vergogna egli abbia;
che provi angoscia, pianga, si disperi,
sia per morirsi per aver perduta
te, che sei la sua vita. Sol ti chiedo
dopo  l tormento suo, che tu gli porga
quella destra in consorte. Giura, figlia,
che ci� farai. Siamo qui soli. Io tosto
ti paleso i due nomi. Tra noi due
rimarr� questo arcano. Gloriosa
appaghi il tuo puntiglio. Amore acquisti
de sudditi sdegnati. Hai per consorte
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Letteratura italiana Einaudi
Carlo Gozzi - Turandot
l uom pi� degno, che viva, e dopo tante [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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